giovedì 13 novembre 2014

FatBike perchè allenarsi?!

Dieci giorni di brutto tempo, la temperatura è ancora mite, ma il tasso di umidità è davvero osceno in questo periodo.
Nonostante tutto cerco comunque di uscire almeno un paio di volte a settimana, anzi di allenarmi, perchè poco conta se uso la bici, la spinbike o esco di corsa.



Lo scopo è di non perdere gli adattamenti.
La domanda potrebbe essere perchè?

Non è forse vero che la fatbike non ha fretta? 


Uso la fatbike da oltre un anno, e  ho ri-iniziato a pedalare costantemente accorgendomi da subito che la fat più di ogni altra bici si presta ad essere pedalata nei periodi critici, siano essi freddi o umidi.


Intanto si fatica di più rispetto ad ogni altra bici, quindi si resta sempre "caldi" e poi perchè per ovviare a pesi e masse superiori comunque bisogna essere sempre in forma.
La fat, teoricamente, ti permette di salire dove le  Mtb non salgono,  ma a patto di riuscirci!
Questo comporta che per farlo bisogna essere allenati e non per salire veloci o fare gare, ma per divertirsi.

Quindi ecco che mi sono creato un piccolo programma di allenamento che che includa ripetute in soglia a fuori,  solo così, riuscirete ad affrontare tratti tecnici e ripidi, a salire sopra le radici e sassi.



Quindi iniziate a valutare anche questo aspetto oltre a quale bici o cerchio montare. 
Con la fat proverete la fatica, quella vera se vorrete. Altrimenti continuate pure ad usarla per andare a bar che fa' figo!


giovedì 9 ottobre 2014

La bici da 6 milioni di dollari! (Haibike XDURO FullSeven Rc)

Se siete nati prima degli anni '80, ricorderete Steve Austin e i suoi arti bionici.
Perchè, oggi, prima di provarla mi sentivo un po' come Ironman e la sua armatura...  ma usandola, mi sono ricordato l'uomo bionico ed a distanza di 30 anni il risultato è simile.


Di cosa parliamo?

Haibike XDURO FullSeven Rc la bici a pedalata assistita che i ragazzi di cyclelab mi hanno dato in prova.
Ecco com'era ieri sera quando sono andato a prenderla...







Test:

  • Questa mattina alle 8.15 parto vestito normalmente ed esco con lei a prendere un caffè in centro, nulla di chè, solo per testarla nel tragitto casa-lavoro. Perchè alla fine, la bici è un mezzo di trasporto. Dopo i 25 km/h il motore non vi assiste più; e il risultato è che se avete una gamba decente, nei tragitti di trasferimento non avrete nessun aiuto, per chi come mè non fa salite per recarsi al lavoro, il vantaggio è quasi nullo, perchè a parte le partenze a razzo la fatica è identica a quella di una bici (normale).














Finita la passeggiata mattutina, metto in carica la batteria e mi preparo per un'uscita vera!

  • Parto dopo la pioggia della notte, il fondo è viscido, ma  va' provata! In pianura pedalo con l'impostazione off, voglio risparmiare la "batteria" per le salite e i fondi "lenti". Le sospensioni hanno un blocco completo  e si pedala in modo gradevole anche su asfalto, alla prima salitina (di una 15 di mt. di lunghezza ndr.) mi rendo conto del peso della bici e mi preparo ad attivare l'assistenza. I miei primi 40 min. sono di trasferimento vallonato uso la modalità eco che mi permette di pedalare veloce, senza strafare. Il battito si posiziona tra il 75% e l' 85% rispetto al massimale. Anche se assistita ci si allena e si fa' fatica. Passo alla modalità  turbo e la bici vola, percorro una salita sterrata ripida a velocità da discesa, rimango stupito e capisco che in questa modalità la potenza erogata è davvero molta.
Continuo il mio avvicinamento con tranquillità, provo la mia prima salita tecnica e mi rendo conto che con il fondo umido e le radici, le modalità utilizzabili sono eco e tour, le altre vanno bene su fondi compatti e veloci. Comunque salgo bene, solo quando la pendenza diventa elevata, mi accorgo del primo "difetto" che forse poi rimane anche l'unico. I rapporti sono troppo lunghi. Sotto i 10 km/h la pedalata è lenta e nei tratti tecnici si fatica a salire in modo uniforme. Il Motore aiuta, ma poter pedalare verso i 5 Km/h diventa necessario per i giri che mi piace fare.

  • La guida in discesa, è piacevole, il peso non si sente molto. Si sente eccome invece, quando dovete spingere o sollevare la bici per salire ad esempio delle rampe di scale. Il mio giro procede allegramente e a quasi due ore ancora non ho voglia di rientrare... restano ancora 3 tacche.
  • Salgo e scendo davvero volentieri, mi infango un po' ma procedo senza problemi, ultima salita ripida di circa un km, salgo velocissimo e l'autonomia scende a una tacca dicendomi 10 km. Rientro a casa dopo una 10 con un'autonomia di 9, ma in discesa e pianura non si consuma....
  • In discesa la bici si pedala a quasi 50 km/h a conferma che i rapporti sono davvero un po' lunghi.
Finisco il mio giro con oltre 2 ore e mezza di bici e quasi 1000 mt.di dislivello positivo, ma, ho fatto un po' di video e qualche sosta per bere... 
Si manca anche il porta borraccia e la mia era nello zaino.
Mi sono divertito molto e nei prossimi giorni continuo ad utilizzarla, per cui...
Seguitemi!
Appena pronto inserisco il video... 
magari nella pagina fb Fatbikeexperience





giovedì 25 settembre 2014

Fatboy e Alessandro in gita insieme....

Dopo giorni di dure prove, sono finalmente riuscito a latticizzare la fatboy del mio amico Thomas.


Ligio al dovere come sono :-) ho deciso di provare personalmente la riuscita del mio lavoro.
La taglia M non è la più adatta a me. Con il tubo sella al limite, pedalo comunque basso, e il manubrio è vicino alle ginocchia. (Io sono alto cm 180 con un cavallo di 74 ndr.)


Comunque, si parte, sono in pausa pranzo, ho circa due ore... parto bello gonfio e le gomme pur larghe scorrono abbastanza bene, nonostante il disegno aggressivo. Subito, noto che rispetto a surly e 45nrth su asfalto curvano piuttosto bene, rendendo la bici meno impacciata di come mi capiti sulla mia mukluk.
I primi km facili, scorrono bene, ma sono impaziente di provarla su sterrato e sassi.
Eccomi in quel di Vittorio Veneto, abbasso la pressione e si parte. Il peso si sente, nonostante i tubeless cerchio e pneumatico non sono certo anoressici. La trazione è ottima e noto subito il comportamento aggressivo della Specy! Gia' me ne ero accorto con i primi test, ma ora da tubeless non ci sono piu' scuse.

La bici è precisa, sembra più una mtb da gara che una  tranquilla fat. La taglia corta, mi fa un po' faticare in salita, ma in discesa le gommone, mi fanno scendere davvero bene. Mi sento sicuro e faccio facilmente passaggi che altre volte mi sembrano ostici. Nel tecnico si comporta bene, ma rispetto a Salsa, richiede un po' di esperienza ed attenzione in più. La bici è reattiva e scattante!
Il dubbio che mi viene è... visto che ha un assetto racing, perchè specy non ha pensato di realizzare anche cerchi e gomme più strette.
Se i mozzi fossero andati bene, avrei voluto provarla con i marge lite e gomme da 4".
Credo che il potenziale della fatboy sia elevato, con gomme e cerchi leggeri ed un montaggio ricercato, potrebbe essere rivale di fatbike in carbonio ad un prezzo del solo telaio della beargrese....
Detto questo aspetto i pareri di chi la ha provata sia con camera che senza per ulteriori aggiornamenti.



mercoledì 12 marzo 2014

Eccoci di nuovo,
In questo giorni ho avuto modo di provare 2 bici della gamma Cannondale, sia la front da 29 in versione F29 CARBON BLACK INC. che la Scalpel 29 in versione Carbon Team.

Era da Novembre che non salivo in una mtb e la sensazione è stata davvero particolare. I vantaggi sono sempre gli stessi, bici piu' veloce, scattante, (entrambe sotto i 10 kg.) guida più aggressiva.
Ma.... ma sapete che mi diverto di più con la fat?

Si, la mtb, ti fa' venir voglia di spingere, di salire veloce, ma si perde il gusto per il giro, la possibilità di salire sfruttando il grip pazzesco e non la potenza.
Anche sulla Scalpel boccio l' XX1 per me, con il 32 si fa' sempre troppa fatica, figuriamoci, montato sulla fat.


In discesa il feeling fat è superiore e il divertimento pure.....
Per cui anche questa volta fat win!






giovedì 13 febbraio 2014

GOD SAVE THE QUEEN (Una corona per la Regina?)

"Droga del cannibale", a Padova il sequestro in via Galvani dei carabinieri



Una Regina vale davvero una sola corona?

Il mondo Fat sembra essere in espansione, ma, leggendo qua e là, mi trovo ad osservare la ricerca di  cambiamenti spesso radicali rispetto alle "origini".

Sembra infatti, che nel mondo Fat, che ancora qui in Italia deve vedere il suo boom, ci sia una continua volontà a creare delle "Special”, che, a mio avviso, porta un po’ a snaturare un mondo partito ricreazionale ed esplorativo.

Ecco che, in breve tempo, arrivano telai in carbonio, cerchi in carbonio e monocorona.

Sono sempre stato affascinato dalla possibilità di migliorare e rendere performante un mezzo.

Io per primo ho trasformato i miei pneumatici (e non solo i miei...) in tubeless con lo scopo di alleggerire e evitare  forature e per un miglioramento complessivo della sensazione di guida.
Tuttavia mi chiedo fino a dove valga la pena spingersi.
Ma soprattutto mi chiedo se la monocorona ha un senso. (Gare escluse) 
Sempre più spesso vedo bici Fat montate XX1 o comunque con una sola corona. A volte volendo anche da 28 e pignone posteriore da  42. 
Ma.....
Se facciamo un po’ di semplici conti, lo sviluppo metrico e' sempre, a mio parere, troppo lungo per potersi divertire.


Brevemente, ipotizzando una circonferenza del pneumatico di 2300 mm  con il 28-42 a 60 pedalate al minuto (rpm), siete a 5,7 km orari, che non sono male, ma è la velocità minima....  perché non avete altre opzioni!

Sulla neve, in salita, mi accontenterei anche di pedalare a 3 km/h perché camminando non andrei certo più forte.

Con il 22-36 sempre a 60 rpm potete pedalare a 5 km/h ma, il bello e' che, volendo, potete montare anche un 40 o, più semplicemente, una corona da 20.

Quando sono salito al Sennes, ma anche in cima al Visentin, ho sempre usato tutti i rapporti disponibili, e chi era con me... pure!

Vorrei invitare a riflettere su questo prima di montare una bici che poi, comunque, può limitare.
Perché se il carattere Fat è esplorativo e se si pesa 90 kg o non si è degli atleti d'élite, si avranno delle bici Fat scarsamente usabili in montagna e forse... non solo in montagna! 

Naturalmente atleti e persone dotate possono permettersi qualsiasi cosa, ma siete sicuri di appartenere a queste due categorie? :-)

FAT  FOR EVERYONE! 

mercoledì 5 febbraio 2014

Freddo alle mani??? Ci pensano loro :-)


La fat riscalda il cuore e le gambe ma a volte il problema del freddo alle mani si fa sentire.
Ebbene... Un accessorio utile ci può venire in aiuto.
In Italia si vedono poco, forse qualche motociclista, ricorda qualcosa di simile.
Bhè, da circa un mese stò provando i BAR MITTS (Bicycle Handlebar Mittens / Pogies / a.k.a. Moose Mitts)  http://www.pogies.com/

Ho sempre avuto il problema delle mani fredde e questo dispositivo lo risolve in modo efficace.
Sono fatti di neoprene, materiale in voga alla fine degli anni '90 per realizzare giubbini ed abbigliamento anche da tempo libero.

Proteggono dall'aria e evitano la dispersione del calore.
Si montano facilmente, pesano poco e ci si abitua ad usarli in tempi brevi.
Fin qui sembrano perfetti, ma devo dire che per uso mountain, forse il non poter utilizzare le mani limita un po' nelle emergenze, inoltre se usati con temperature sopra i 5° C le mani sudano e tendono a bagnarsi, effetto sauna!
Io ho optato per utilizzarli con temperature vicino allo 0 o inferiori, usando un paio di guanti molto leggeri, se devo fare lunghe salite. Li metto nello zaino e li monto piuttosto velocemente prima della discesa, indossando un paio di guanti asciutti.

In tutte le discese mi hanno davvero risolto il problema freddo ma la loro capacità di tenere al caldo, diminuisce, secondo me, se il materiale si bagna. Mi è successo in una pedalata di circa 5 ore sotto la neve, ma in realtà anche i guanti si erano bagnati.

Personalmente mi sento di consigliarveli, si trovano on-line, ma anche in pochi negozi fisici.

Credo siano 50-60 euro investiti bene, unica raccomandazione controllate che il modello scelto non sia stato creato  per temperature di -30°. 
Rischiereste di non utilizzarli !!! :-)










martedì 4 febbraio 2014

T-shirt Project

Fat bike,
La mia idea era di usarla sempre, per qualsiasi escursione.
Così è da Novembre in poi!
poteva mancare la possibilità di indossarla?
Ecco il primo capo realizzato.



Foto: www.alessandrotomasi.net

lunedì 3 febbraio 2014

Krampus: Il diavoletto che cerca i bimbi cattivi! 

In questa settimana ho avuto modo di provare una Surly Krampus 29+.

Le mie prime impressioni confermano che si tratta di una sorta di Caronte, un anello di congiunzione tra una mtb e una vera fat.

Si denota subito una maggior trazione di una bici normale grazie alle due ruote da 29 pollici che la pongono nella categoria delle 29+.

Nei tratti sterrati è divertente da usare e, grazie alle sue ruote, facilita la scorrevolezza e l’aderenza nella corsa nei tratti sconnessi. Nel complesso permette anche trasferimenti veloci nonostante il peso.

La versione che avevo in prova montata piuttosto bene, superava  di poco i 13 kg,

ma credo che investendo un po’ di più si possa tranquillamente scendere al di sotto di tale peso.

Rispetto a una vera fat bike forse manca in trazione e morbidezza ma il vantaggio è che può essere adatta a tutti (donne comprese).

Credo infatti che, poiché il costo la paragona ad un 29 con forcella ammortizzata e buon montaggio, la vedo un’ottima bici da viaggio, o bici invernale senza fronzoli o da divertimento o per chi, come me dopo aver pedalato e seguito l’evoluzione per oltre 20 anni di mtb, vuole tornare alle origini di una bici in chiave moderna.



Alla fine la bici mi piace, anche se al momento, preferisco usare una fat vera.

La mia bici ora è una #salsa#Mukluk.
E ci siamo ora anche il blog!